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Fatti non fummo a viver come Uli (di Massimo Gramellini)

Cari amici

in evidenza il "Buongiorno" di Massimo Gramellini di oggi 15 marzo 2014 ... consiglio la solita attenta lettura:

Non mi considero un fan della rigidità tedesca, ma ci sono secoli di storia e di riforma protestante dietro le parole pronunciate da Uli Hoeness, campione del mondo di calcio nel 1974 e presidente del Bayern Monaco condannato in primo grado a tre anni e mezzo di carcere per evasione fiscale. «Ho chiesto ai miei avvocati di non presentare appello, in linea con la mia idea di decenza, comportamento e responsabilità personale. Evadere le tasse è stato l’errore della mia vita. Affronto le conseguenze di questo errore». Letto da qui, sembra uno squarcio di fantascienza, ma questo signore ha dato davvero le dimissioni e ora si accinge a entrare in carcere.

Uli Hoeness.jpg

Con un esercizio di fantasia proviamo a supporre che un personaggio altrettanto popolare in Italia, magari anche lui presidente di un club, si ritrovasse coinvolto in un processo per evasione fiscale. Intanto esperirebbe tutti i gradi di giudizio, compreso il quarto che non esiste, utilizzando ogni espediente per procrastinare la resa dei conti. Nel frattempo attaccherebbe i giudici, prevenuti e corrotti, indossando i panni della vittima. Poi troverebbe un deputato, un avvocato, una commercialista o una sciampista, possibilmente imparentata con un Capo di Stato estero, in grado di testimoniare la sua completa estraneità ai fatti. Dopo di che si appellerebbe al popolo dei tifosi, rivendicando il diritto a un trattamento speciale. Infine si candiderebbe alle Europee, senza perdere fascino agli occhi di molti connazionali. E chi osasse criticarlo verrebbe bollato come moralista, quando in certe lande desolate del Nord Europa passerebbe banalmente per morale.

Ai posteri l'ardua sentenza....

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