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E il povero Signor Calvert? Della serie, l'amore è eterno finché non affonda.

Ammettiamolo, senza falsi pudori. Chi di noi, almeno una volta, non ha versato una lacrima per la tragica, epica, immortale storia d'amore tra Jack e Rose?

Eppure, fermiamoci un istante a contemplare l'abisso della logica. L'immagine che circola sui social in questi giorni è di una lucidità brutale, quasi fastidiosa.

Signor Calvert_titanic_welovemercuri_rose.jpg

Abbiamo Rose, a 101 anni, sul suo letto di morte. Dopo aver vissuto una vita intera, presumibilmente piena, con un marito (un certo Calvert, per la cronaca, nome che il 99% di voi ha dovuto googlare come il sottoscritto), figli e nipoti. E a cosa pensa nel suo ultimo respiro? A settant'anni di matrimonio, figli e nipoti che ha visto crescere, litigi e obiettivi raggiunti?

Macché: il suo ultimo, struggente pensiero va a un flirt di tre giorni. Un'avventura consumata con un ragazzo, per quanto affascinante, che di fatto era un passeggero di terza classe senza un soldo e che l'ha "posseduta" nel retro di un'automobile stipata nella stiva di una nave. E milioni di persone elevano questo ricordo selettivo a vangelo dell'amore romantico.

Preciso: non è un'accusa al genere femminile, ma una spietata radiografia del nostro immaginario collettivo.

In fondo, chi vorrebbe vedere un film di tre ore sul Signor Calvert che sceglie le piastrelle del bagno?

Mi astengo poi dal commentare il lancio in mare del gioiello da millemila milioni di dollari...

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