Il fungo di Chernobyl che mangia radiazioni gamma?
Okay, affilate le menti e preparatevi a uno di quegli scherzi che solo Madre Natura, con il suo discutibile senso dell'umorismo, sa architettare. Parliamo del fungo di Chernobyl. Sì, avete capito bene. Nel cuore "pulsante" dell'inferno radioattivo, dove l'umanità ha dato il peggio di sé cosa ti spunta? Un funghetto.
Questo inquilino inaspettato, scientificamente noto come Cladosporium sphaerospermum non solo pare sopravvive allegramente in uno degli ambienti più ostili del pianeta, ma sembra quasi... banchettare con le radiazioni. Avete presente la fotosintesi, ecco qui si parla di radiosintesi, usando la melanina per convertire le radiazioni gamma in energia chimica.
Mentre noi umani ci arrabattiamo ancora a capire come gestire le scorie nucleari senza sotterrarle sperando che nessuno se ne accorga per i prossimi 10.000 anni, ecco che un umile fungo ci offre una prospettiva... diciamo, alternativa. È l'equivalente biologico di trovare un topo che non solo sopravvive in una trappola, ma la smonta e ci costruisce un attico con vista su New York.
A cosa ci potrebbe servire questo prodigio della natura?
Spazzini Radioattivi, scudi spaziali "Bio", fonte energetica alternative: qui entriamo nella fantascienza spinta, ma se converte radiazioni in energia... beh, il passo è breve per immaginare bio-batterie alimentate da scorie nucleari.
Farmaci Radioprotettori: isolare e studiare la melanina speciale di questi funghi potrebbe portare a nuovi farmaci o integratori in grado di proteggere le cellule umane dai danni delle radiazioni. Utile per pazienti oncologici sottoposti a radioterapia, o per chiunque abbia la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Resta solo una domanda da porsi: sarà anche buono da mangiare?
Ringrazio l'amico Aljosa per la segnalazione